(Segue dal IL NOSTRO FEGATO – Parte terza)
Epatite B
L’agente eziologica dell’Epatite B è il virus HBV che è uno dei virus più infettivi al mondo; si trasmette tramite sangue infetto o tramite rapporti sessuali non protetti.
I sintomi dell’Epatite B sono variegati e di non sempre facile individuazione, addirittura l’ammalato potrebbe non presentare alcun sintomo evidente, pur essendo in grado di trasmettere la malattia: in questo caso si parla di portatore sano.
L’esordio dell’infezione può essere a volte segnalato da: alterazione della colorazione cutanea, quale l’ittero (colorazione giallastra della cute e della mucosa), affaticamento, febbre, prurito ed eventuali piccole ferite dovute al grattarsi, nausea e vomito, feci chiare, urine color marsala.
Sempre presente è invece l’innalzamento delle transaminasi e della bilirubina.
La corretta diagnosi di Epatite B può però essere fatta solamente mediante dosaggio dei marker virali specifici attraverso un esame del sangue.
L’infezione da virus dell’Epatite B può evolvere in 4 esiti diversi, a seconda delle condizioni immunitarie del paziente:
- decorso acuto con completo recupero ed acquisizione della immunità dall’infezione (89% dei casi);
- epatite fulminante con mortalità del 90%: può richiedere il trapianto di fegato;
- infezione cronica, ossia persistenza del virus nell’organismo con danno epatico (5 – 10% dei casi); in questo caso la malattia ha un andamento cronico e può compromettere la funzionalità epatica nel giro di 10 – 30 anni;
- stati di portatore inattivo (5% dei casi): il virus persiste nel fegato, ma non provoca danno epatico; può rimanere in quasto stato anche tutta la vitasenza arrecare danni nemmeno a lungo termine. E’ anche poco contagioso per gli altri.
Epatite C
L‘Epatite C è causata dal virus HCV, agente meno infettivo tuttavia molto resistente, la cui diffusione avviene soprattutto per via ematica e non per via sessuale come comunemente si crede.
La trasmissione per via sessuale avviene solo in presenza di cicli mestruali o di patologie a carico del sistema urogenitale a causa dei quali si ha uno scambio di sangue infetto.
Una volta penetrato nel fegato il virus causa una epatite acuta che però, nella maggior parte dei casi, è asintomatica. Ciò fa si che la malattia possa divenire cronica (nell’80% dei casi) senza che il paziente se ne accorga nè possa quindi curarla precocemente.
Generalmente i danneggiamenti al fegato non si presentano se non dopo 10 – 30 anni dall’infezione.
E’ di non molto tempo fa l’arrivo in Italia (Paese che ha il maggior numero di pazienti d’Europa) di un “superfarmaco”, il Soforbuvir capace di sconfiggere il virus C in oltre il 90% dei pazienti.
Fonte: Rivista “Prevenire Insieme” della LILT di Bolzano