Fonte: Rivista “Prevenire Insieme” della LILT di Bolzano
Robert De Niro si confessa : “Mio padre ne è morto, io faccio controlli regolari, da manuale. Questo mi ha salvato”
Quando mi hanno detto che avevo delle cellule cancerose alla prostata, mi sono subito sottoposto a radiazioni e terapie non invasive.
Ed eccomi qui, anni dopo, a parlarne, sano come un pesce, toccando ferro.
Il tumore alla prostata è la sindrome maligna più comune tra i maschi, a parte il cancro del polmone, e ha colpito a morte troppi uomini.
Questa malattia si è portata via Terry Savalas, “Kojak”, ve lo ricordate? e il musicista Frank Zappa, i poeti Robert Frost e Pablo Neruda.

Ma sono sopravvissuti in tanti, per fortuna. Il “re del calypso” Harry Belafonte, per esempio, ed il generale Colin Powell.
Un altro che si è salvato dal cancro alla prostata è stato l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani.
“Devo dire che è stato molto generoso con me quando ha saputo che ero stato colpito dalla sua stessa malattia tre anni dopo di lui.”
CONTROLLI REGOLARI – Una gran paura, il periodo terapeutico, poi la guarigione.
Sette anni dopo, il premio Oscar, Robert De Niro può dire di aver definitivamente sconfitto la malattia.
Migliori tecniche diagnostiche (vedi i nostri precedenti articoli a firma della dott.ssa Justyna Waskiewicz ndr) ed una maggiore sensibilizzazione sulla prevenzione tramite visite regolari, e dunque la scoperta di eventuali cellule cancerose in uno stadio ancora precoce, salvano innumerevoli vite.
“Io sono l’esempio vivente dell’importanza dei controlli regolari. Non mi fossi fatto visitare al momento giusto – mi ha detto il mio dottore – sarei morto anch’io, con ogni probabilità, come mio padre”. (intervista raccolta da Silvia Bizio per “OK Salute e benessere”)