Ho vinto il tumore. Mai mollare davanti alla malattia

ll più luminoso e brillante atleta altoatesino che ha partecipato alle recenti Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, è Simone Giannelli medaglia d’argento olimpica con la squadra nazione di pallavolo/volley.
Dall’ambiente del volley vogliamo raccontare però di un’altra battaglia vinta: quella contro il tumore da parte di Lorenzo Bonetti.

Questa la breve storia.
Lorenzo Bonetti, schiacciatore del Volley Monza, è un bergamasco tutto d’un pezzo. Lorenzo ha lottato contro un cancro vincendo la sua battaglia.
“Ho giocato a calcio fino a 17 anni, racconta. Ma in famiglia si masticava pallavolo. Mia mamma, giocò a Bergamo in A, e oggi è allenatrice: ad un certo punto sono passato dal calcio alla pallavolo”.
Primo anno in Serie D, poi le giovanili a Bergamo fino alla A2.
L’anno successivo alla Sisley Treviso e poi iniziai a girare.
La prima svolta a Cantù in A2 , nel 2012.
A quel punto arriva un fulmine a ciel sereno.
Durante l’estate Bonetti accusa un fastidio alla schiena e si sottopone a una risonanza magnetica.
LA DIAGNOSI
“Venerdì 13 luglio 2012 scopro la malattia. ll giorno dopo mi ricoverano per un mese in ospedale, il peggior periodo della mia vita. Venerdì 17 agosto la diagnosi: Linfoma non-Hodgkin, un tumore alle cellule al livello di inguine ed addominali – spiega.
Una batosta. Inizio le terapie, il 13 settembre mi dicono che le cure funzionano e che mi aspettano cinque mesi di chemio e poi radioterapia. Sono stato fortunato, il fisico ha reagito bene”.
AMICI E CAMPIONI
Ricevuta la notizia, lo schiacciatore va subito al sodo. “Chiesi al dottor Rossi la gravità del problema, mi disse che avrei potuto recuperare in cinque mesi. Ogni lunedì un ciclo di chemio. Ho perso i capelli, ma non mi sono mai chiuso in casa. Andavo in centro, ogni tanto con gli amici.
È questo l’atteggiamento giusto, la forza mentale può fare molto, oggi esistono le cure per molti casi. Consiglio a chi soffre: non isolatevi, la gente può solo aiutarti quando conosce la tua situazione”
Segnali d’amicizia captati in ogni direzione.
“In testa un obiettivo: tornare a giocare. Come un filo rosso ecco il numero 13. ll 6 gennaio 2013 torno a giocare, anche se facevo ancora la radioterapia, il palazzetto pieno di amici, sembrava una finale olimpica. Avevo la pelle d’oca. E il 13 giugno firmai il primo contratto di Serie A dopo il cancro, con il Vero Monza, la mia nuova casa dove spero di rimanere anni: il 13 è il mio numero e l’ho tatuato sul braccio in ebraico antico.“
“Mi è andata bene e ringrazio tutti”.
Fonte: Pubblicazione LILT “Prevenire Insieme”
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