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L’occhio secco e le nuove tecnologie

L’occhio secco e le nuove tecnologie – la sindrome da visione da computer

La vita odierna ci fa trascorrere gran parte della giornata lavorativa davanti ad uno schermo del computer. Molto spesso “navighiamo” su internet per ore. Non c’è nessuno che stia in ozio sul bus, in attesa di una visita medica, ad uno sportello pubblico senza estrarre il tablet o lo smartphone.
Le nostre giornate le passiamo massimamente davanti ad uno schermo.
E c’è un prezzo che dobbiamo pagare: la sindrome da visione al computer.

occhi-stanchi-computerÈ un problema diffusissimo in tutto il mondo, con un bacino di utenza sterminato. Si stima che le persone colpite dalla sindrome da visione al computer superi gli 80 milioni di persone, che utilizzano il computer.
Secondo gli specialisti chi sta a lungo al  computer per studio, lavoro o svago nel 70-90% dei casi ha almeno uno dei sintomi della sindrome, dal rossore al bruciore oculare, dal peggioramento della capacità di messa a fuoco al prurito, dalla secchezza fino allo sdoppiamento della visione.

Secondo alcune indagini basterebbero tre ore davanti al computer ogni giorno per provocare sintomi oculari e non solo. La sindrome è molto comune e provoca uno scarso comfort visivo che può peggiorare non poco la qualità della vita.

I motivi sono numerosi, tra cui, per esempio, lo sforzo accomodativo necessario per la messa a fuoco dello schermo e la riduzione degli ammiccamenti delle palpebre, che fa evaporare più velocemente il film lacrimale aumentando così la secchezza.

Sbattere poco le palpebre è un “adattamento” inconsapevole alla visione su schermo. Rispetto ai circa 17 ammiccamenti al minuto della normalità dell’occhio si può scendere fino a 12 e così gli occhi si irritano.

sindrome-da-visione-al-computerLe lettere sullo schermo del pc sono formate da pixel e hanno bordi meno definiti rispetto alle parole stampate, ciò comporta un maggior sforzo di messa a fuoco; l’occhio poi, come se non bastasse, tenta inconsciamente di focalizzarsi su un punto al di là dello schermo per rilassarsi e “sfuggire” alle lettere poco nitide, ma così facendo si stanca molto di più.

“Ecco perché sono utili schermi grandi e di ottima qualità, ad alta risoluzione con un buon contrasto fra la parola scritta e lo sfondo. Altrettanto importante la luminosità ambientale (lo schermo dovrebbe sempre essere un pò più chiaro del resto della stanza per non sforzare la vista) ed essenziali sono le pause regolare mentre si lavora al computer.

Un monitor brillante peraltro fa stringere un pò le pupille, dando all’occhio una gamma di messa a fuoco più ampia; per trovare sempre il grado di luminosità opportuno, SI a luci da scrivania modulabili e tende o tapparelle alle finestre; utile coprire gli schermi con materiali antiriflesso e pulire spesso i monitor dalla polvere.
Inoltre, è bene utilizzare sempre caratteri di grandezza adeguata alla propria visione, che siano ben chiari e non implichino uno sforzo per essere letti.

Attenzione poi alla posizione dello schermo: un’indagine pubblicata di recente condotta su studenti di un liceo mostra che il 71% si siede troppo vicino al monitor o in una posizione scorretta, costringendo lo sguardo ad andare in direzione laterale o verso l’altro e quindi affaticandolo.

La postura conta così come mantenere gli occhi a una distanza dal monitor non troppo lontana né troppo vicina (circa 50-70 cm) e fare pause frequenti e regolari per guardare altrove, focalizzando lo sguardo lontano.

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Non bisogna nemmeno credere che la sindrome da visione al computer possa essere risolta con qualche goccia di lacrime artificiali: servono ma non bastano se non si eliminano eventuali difetti di vista e non si crea un ambiente idoneo per l’uso del computer.

Non solo facendo attenzione alla posizione della scrivania e la luminosità dello schermo, ma anche che l’aria nella stanza non sia troppo secca evitando infine di dirigere verso il viso getti di ventilatori o aria condizionata.

Essenziale è inoltre fare una visita oculistica ogni anno, segnalare eventuali fastidi legati alla visione al computer, ma soprattutto per verificare se ci siano eventuali difetti di vista e correggerli.

Fonte: Pubblicazione LILT “Prevenire Insieme”

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