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Individuato uno dei meccanismi del sistema vascolare dei tumori

Individuato uno dei meccanismi responsabili delle anomalie e dell’alterata organizzazione del sistema vascolare tumorale, uno dei tratti distintivi e più pericolosi dei tumori. La scoperta, realizzata da un team di ricerca guidato da Elisabetta Dejana, la scienziata a capo del programma di Angiogenesi presso l’IFOM (Istituto Firc di oncologia molecolare), ha rilevanti implicazioni: apre la strada a nuove strategie terapeutiche che potrebbero affiancare e potenziare l’azione delle terapie antineoplastiche che puntano a bloccare la vascolarizzazione dei tumori.

Nell’immediato futuro gli scienziati proveranno l’efficacia della terapia in diversi tipi di cancro sperimentale, in particolare melanomi, tumori alla mammella e pancreas.

Una fase cruciale dello sviluppo di un tumore è la formazione di nuovi vasi sanguigni, processo che prende il nome di angiogenesi.

La massa tumorale molto presto comincia a indurre nuove strutture vascolari, a partire da quelle dell’organismo ospite, per rifornirsi così di ossigeno e di nutrienti.

Inoltre, una volta che il sistema vascolare del tumore si è organizzato, le cellule cancerose utilizzano i vasi come “autostrade” attraverso le quali immettersi nel flusso sanguigno e dare inizio al viaggio che le disseminerà in giro per il corpo, dando origine nei diversi organi alle metastasisistema linfatico-2

Per queste ragioni negli anni si è sviluppata una precisa strategia di attacco: interferire con la formazione dei vasi nel tumore per inibire, da un lato, la sua crescita e dall’altro la formazione di metastasi in distretti corporei diversi o periferici rispetto a quello dove il tumore primario originariamente si è sviluppato.

Tuttavia questa strategia seppur efficace non ha dimostrato di essere ancora risolutiva.

“Quello che diversi studi hanno dimostrato di recente è che bisogna guardare non solato alla quantità ma anche alla qualità dei vasi che si formano all’interno del tumore”, afferma Elisabetta Dejana. “Nel momento in cui i nuovi vasi penetrano nel tumore, infatti – spiega – questi cambiano le loro normali caratteristiche: diventando molto irregolari, sviluppano un lume alterato, allargato o ridotto, e tra di essi non si distinguono chiaramente le arterie dalle vene”.

Si tratta di vasi molto fragili e permeabili, che possono facilmente dare origine a emorragie o permettono la fuoriuscita di liquidi che si accumulano nel tessuto tumorale provocando gonfiori e compressioni. In queste circostanze il flusso sanguigno risulta alterato, si creano zone di necrosi, e il trasporto e la diffusione dei farmaci chemioterapici all’interno della massa tumorale è fortemente ostacolato”.

Fino a oggi non era chiaro chi fossero tutti i responsabili di un’organizzazione così anomale delle strutture vascolari tumorali, ma la nuova scoperta realizzata dal team di ricerca guidato da Elisabetta Dejana rappresenta un passo significativo per inquadrare nel mirino alcuni colpevoli.

“Abbiamo individuato una particolare famiglia di fattori – spiega Dejana – che controlla la formazione dei nuovi vasi sanguigni.

Quando questi attori del processo di vascolarizzazione non agiscono in maniera controllata e le segnalazioni attraverso il circuito che da essi parte rimangono sempre attive, i vasi che si originano sono anomali e molto più fragili”.

La famiglia di proteine in questione si chiama Wnt, in condizioni normali questi fattori regolano diversi processi dello sviluppo embrionale.

Queste proteine, però, sono prodotte ad alte concentrazioni anche da molti tumori e si è visto che una loro attività sregolata è responsabile in buona parte dell’anomala organizzazione del sistema vascolare tumorale.

“Non solo è importante ridurre il numero dei vasi tumorali – spiega la scienziata – ma può essere rilevante, soprattutto quando il tumore è in fase avanzata, anche stabilizzare e normalizzare i vasi per favorire una migliore diffusione dei farmaci all’interno della massa tumorale e contribuire a prevenire o fermare le metastasi”.

Per il prossimo futuro il team della Dott.ssa Dejana prevede di concertassi sui tumori dove le proteine Wnt sono espresse in maniera fortemente alterata.

E’ il caso dei melanomi, che rappresentano un tipo di neoplasie particolarmente aggressivo, ma nel mirino ci sono anche altri tipi di cancro, in particolare quelli alla mammella e al pancreas.

Gli studiosi cercheranno di interferire con la produzione e/o la attività di questi fattori per ridurre la crescita neoplastica e la disseminazione.

“L’obiettivo – conclude la ricercatrice – è arrivare a identificare la combinazione ideale di diversi trattamenti così da intervenire in maniera sempre più mirata e specifica sui diversi tipi di tumore a seconda delle loro caratteristiche e del loro stadio di progressione”.

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Fonte: Pubblicazione LILT “Prevenire Insieme”


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