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Braccialetti elettronici per controllare a distanza malati non autonomi

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In una struttura assistenziale di Mantova, il Garante della Privacy ha permesso la sorveglianza elettronica delle persone ricoverate all’interno di strutture sanitarie e di assistenza residenziale. I responsabili vorrebbero introdurre il controllo a distanza dei propri ospiti non del tutto in grado di badare a se stessi, dotandoli di bracciali e cavigliere «intelligenti».

La richiesta parte da una Residenza Sanitaria Assistenziale
Certo, si potrebbe obiettare che basterebbe avere personale in più. Questa però non sarebbe una soluzione valida perché «imporrebbe un sorvegliante per ogni assistito; ciò non sarebbe sostenibile non solo per i costi connessi, ma anche per gli effetti psicologici collaterali. Basti pensare alla limitazione della libertà dell’interessato: con un sorvegliante in persona, egli sarebbe “osservato” e “ascoltato” in ogni istante del suo tempo.

braccialetto-elettronico-anzianiIl sistema: braccialetti e cavigliere collegati a telecamere
Ecco allora l’idea di avvalersi di un sistema diverso: il paziente indosserebbe un bracciale o una cavigliera, che contiene un dispositivo tecnologico (che consente di trasmettere e ricevere piccoli messaggi entro brevi distanze), basato su tecnologia bluetooth a bassa emissione di energia, ed un misuratore di frequenza cardiaca.

L’impiego del dispositivo sarà limitato a un esiguo numero di casi e sarà applicato solo con il consenso scritto dei pazienti e dei parenti, revocabile in ogni momento.

In Italia, si stanno inoltre conducendo altre sperimentazioni nel campo della sorveglianza dei pazienti in Strutture di Ricovero e Cura.

In Trentino ad esempio si è appena conclusa la sperimentazione di «geo-fencing» , cioè recinzioni informatiche virtuali all’interno della Residenza Sanitaria per anziani San Bartolomeo di Trento e dell’ospedale riabilitativo Villa Rosa di Pergine Valsugana.

«L’obiettivo è quello di permettere al paziente che necessita di un’attenzione particolare, come una persona colpita di Alzheimer o da deficit cognitivo, di stare in sicurezza», spiega Giandomenico Nollo, responsabile del Progetto Innovazione e Ricerca Clinica in Sanità della Fondazione Bruno Kessler di Trento e ricercatore dell’università di Trento.

Attraverso un sistema di micro-telecamere, algoritmi di computer vision e di sensori (ad esempio di temperatura e di apertura porte), è il sistema stesso a riconoscere le persone e a “capire” se c’è una situazione anomala o di pericolo per loro, allertando il personale sanitario.

e1588b926dce627e51dd933e77ab3f2fA Trento si studiano gli assistenti «avatar» per gli anziani a casa
L’idea è inoltre quella di portare questo livello di tecnologia anche all’interno dell’ambiente domestico per far sì che la persona anziana sola possa vivere in maniera più autonoma, ma in completa sicurezza.

L’Università di Trento e l’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari partecipano anche a «Captain» un progetto triennale al quale collaborano 9 Paesi europei e 14 partner. Obiettivo finale del progetto Captain è di rendere autonome e di motivare le persone anziane che necessitano di cura e assistenza nella propria vita domestica a causa di deficit cognitivi e funzionali legati a patologie dell’invecchiamento, in stretto legame con chi si prende cura di loro.

Contribuire a mantenere la loro indipendenza, le capacità funzionali, lo stato di salute generale e in generale preservare il loro benessere fisico, cognitivo, mentale e sociale sarà possibile tramite un personal coach virtuale, un avatar sempre presente e capace di comprendere ciò che accade all’interno dell’ambiente domestico ed in grado di proporre con continuità soluzioni e aiuti mirati.

Schermata 2018-06-19 alle 23.41.19Captain non modifica l’arredamento delle stanze ma sfrutta le varie superfici (pareti, specchi) come interfacce per proiettare promemoria, istruzioni e informazioni varie. Una ricetta, un’informazione sull’accensione o lo spegnimento di un elettrodomestico, un promemoria sull’igiene personale, una scadenza da non dimenticare o persino un libro da leggere con caratteri grandi proiettato sulla parete del salotto: tanti sono gli impieghi del sistema per rendere più facile la vita autonoma delle persone anziane».

di Ruggiero Corcella

Fonte: Pubblicazione LILT “Prevenire Insieme”

 


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