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Che rapporto c’è tra le carni rosse ed i tumori?

Bisogna ridurre il consumo di carne rossa e di salumi?

Le carni sono ricche di proteine di elevata qualità (contengono cioè tutti gli aminoacidi di cui il corpo abbisogna, a differenza di ortaggi e legumi), di oligoelementi (zinco, ferro, rame) e di vitamine del gruppo B (in particolare vitamina B12).
Alcuni tipi di carne e derivati sono molto ricchi di grassi saturi e colesterolo che, se assunti in eccesso possono creare problemi di salute.

L’eccesso di carne rossa (più di 400 g settimana) sembra essere un fattore di rischio per lo sviluppo di alcuni tumori (colon, pancreas, mammella, prostata, rene).
L’associazione é particolarmente forte nel caso del cancro della mammella ormono-dipendente.

Il meccanismo dell’effetto della carne rossa sullo sviluppo di alcuni tumori non è del tutto chiaro, sembra però che l’elevata quantità di ferro, il contenuto di grassi saturi, colesterolo e alcune sostanze cancerogene prodotte durante la cottura ad alte temperature potrebbero giocare un ruolo nella cancerogenesi.

Gli insaccati sono più pericolosi?

Sembra di si. Il consumo frequente (> 30 grammi al giorno) di insaccati e salumi (solitamente addizzionati di nitriti e nitrati) e di prodotti affumicati é particolarmente rischioso per lo sviluppo del tumore allo stomaco . Un’ indagine italo-svizzera recente ha dimostrato una relazione diretta tra consumo di insaccati e alcuni tipi di tumore: della bocca, della faringe, della laringe, dell’esofago e del colon.
I salami e le salsicce sono risultati più pericolosi del prosciutto.

Quanta carne rossa mangiare?

È consigliabile ridurne il consumo ad una bistecca di 150-200 grammi 1-2 volte alla settimana (meglio 1 volta ogni 10 giorni), mentre per la carne bianca (pollame, tacchino, coniglio) non si dovrebbe superare le 2-3 porzioni (da 150-200g) alla settimana.
Fare attenzione anche alla conservazione della carne e alle tecniche di cottura, cui si rimanda in un successivo articolo.

Meglio il pesce?

E’ preferibile almeno 2 volte alla settimana una porzione da 250 grammi, specie azzurro (salmone, aringhe, sarde, tonno) che contiene delle sostanze ad azione antinfiammatoria chiamate acidi grassi omega-3.
Un consumo regolare di questi tipi di pesce sembra infatti ridurre soprattutto il rischio di tumori al colon e al retto.

Bisogna limitare il consumo di grassi animali?

Questi nutrienti sono fondamentali per il nostro metabolismo e vanno quindi assunti con gli alimenti ma, come per tutti gli aspetti della vita, bisogna rispettare degli equilibri e quindi non si deve eccedere.
Mentre tutti i grassi sono uguali nel loro contenuto energetico (1 grammo di grassi fornisce 9 calorie), dal punto di vista qualitativo e funzionale esistono delle diversitá. Si possono suddividere in: saturi, trans, monoinsaturi, poliinsaturi, poliinsaturi omega-3.

Tra i fattori dietetici con possibili effetti sulla malattia neoplastica i grassi sono stati i più studiati.
Sostanziali evidenze hanno suggerito che un’ eccessiva introduzione di grassi (soprattutto quelli di origine animale!) aumenta il rischio di sviluppare un carcinoma della mammella, del colon, della prostata e dell’utero (endometrio).

Una dieta ricca di grassi può inoltre favorire la comparsa di sovrappeso e obesità, che come descritto in precedenza è un ulteriore fattore di rischio per lo sviluppo di una serie di malattie tumorali.

Alla prossima……

Dott. Michael Kob e Lucio Lucchin

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