Più informazione e prevenzione
Il 4 marzo si celebra ogni anno la Giornata mondiale contro il virus responsabile della gran parte dei tumori della cervice uterina e di vari altri tumori dell’area genitale. Tante le iniziative per sensibilizzare i giovani e spiegare come si può fare prevenzione.
“Hai mai sentito parlare dell’HPV?”. Con questa domanda è stata celebrata la Giornata mondiale contro il Papilloma Virus Umano che colpisce ogni anno in Italia oltre 6mila uomini e donne. La Giornata, si propone di informare e sensibilizzare sul virus responsabile della gran parte dei tumori della cervice uterina.
Solo nel 2018, secondo i dati Oms per l’Europa, ci sono stati 69mila nuovi casi di tumore alla cervice uterina e 30mila morti. Tante le iniziative di sensibilizzazione che si svolgono in vari ospedali italiani.
Un virus che colpisce l’80% delle persone sessualmente attive
Anche se poche persone ne hanno sentito parlare, l’HPV può colpire tutti. “Si stima che l’80% delle persone sessualmente attive, soprattutto nella fascia di età tra 25 e 35 anni, venga a contatto almeno una volta nella vita con una forma di HPV che si risolve spontaneamente.

I vari tipi di Papilloma virus
Esistono oltre 200 tipi di Papilloma Virus Umano.
Di questi, una ventina circa sono stati riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come oncogeni, cioè come causa del tumore del collo dell’utero.
“Ma non tutti i virus hanno lo stesso potenziale cancerogenico: gli HPV a basso rischio, cioè il tipo 6 e 11, possono provocare solo i condilomi, ma il 50% delle persone purtroppo incappa in un ceppo ad alto rischio, tra cui l’HPV 16 o 18, responsabili del 70% di tutte le forme tumorali della cervice uterina ed altri cancri dell’apparato genitale come quello dell’ano, della vulva e del pene”.
“Tuttavia, a fronte di un’infezione che sta diventando endemica, solo nel 10% dei casi l’HPV diventa un’infezione persistente che può degenerare in tumore mentre nel 90% dei casi il nostro organismo combatte spontaneamente il virus anche nell’arco di due anni per cui c’è una remissione spontanea dell’infezione”.
Come si trasmette
L’infezione da HPV si trasmette tramite contatto sessuale, attraverso la cute e le mucose. “L’uso del profilattico riduce di molto i rischi di contagio da questa come da altre infezioni a trasmissione sessuale, ma solo quando nessuno dei due partner è già entrato in contatto con il virus. Se, invece, c’è già l’infezione il profilattico non protegge il partner”.
La sorveglianza con gli screening
Per poter intercettare il virus, è fondamentale la sorveglianza.
“Il test per l’HPV va fatto dai 30 anni in poi in combinazione con il Pap test una volta all’anno fino ai 70 anni. Per le donne al di sotto dei 30 anni, lo screening del tumore del collo dell’utero si basa ancora per il momento esclusivamente sul Pap test, che andrebbe fatto ogni tre anni”.
Questo perché si è visto che al di sotto dei 30 anni lo screening basato su test HPV conduce a sovra-diagnosi di lesioni che nelle donne giovani regrediscono spontaneamente.
Quando l’HPV dà un esito negativo il successivo Pap test può essere dilazionato di tre anni.
“Questi test sono importantissimi perché la carcinogenesi è preceduta da una serie di lesioni precancerose e attraverso Pap test e HPV test siamo in grado di intercettarle. Una volta individuate, poi, non vanno bruciate ma asportate per poterle fare analizzare”.
Il vaccino funziona ma è poco diffuso
Come dimostra il caso dell’Australia che entro 20 anni diventerà il primo paese a dire addio al cancro della cervice grazie agli alti tassi di vaccinazione e di screening, la prevenzione è possibile.

In Italia, la vaccinazione anti-Papillomavirus è gratuita per le 11enni fin dal 2007.
Ma poiché l’infezione può essere contratta anche dagli uomini, dal 2017 il vaccino è offerto sia alle ragazze che ai ragazzi. “Attualmente sono disponibili un vaccino bivalente, uno quadrivalente e, dal 2017, un vaccino 9-valente che previene l’infezione di 9 tipi di papillomavirus.
Oggi il tumore alla cervice è uno dei pochi che si possono prevenire grazie al vaccino contro il papilloma virus che ci permette di fare una prevenzione primaria, con il vaccino possiamo evitare di contrarre l’infezione da HPV.
Per questo dobbiamo sempre più implementare il ricorso alla vaccinazione: più la popolazione è coperta, più possibilità abbiamo di ridurre drasticamente i casi di tumori alla cervice”.
Non bisogna avere paura
Per mancanza di informazione, per ignoranza e anche come effetto della campagna No Vax la copertura vaccinale è diminuita ed è un peccato perché sappiamo che se riuscissimo a vaccinare almeno il 70% della popolazione avremmo una riduzione nei prossimi 10 anni del 30% di incidenza di malattia.

Ma non bisogna spaventare i ragazzi e seminare il panico rispetto al Papilloma virus, perché avere l’infezione non vuole dire che avremo un tumore e la prevenzione può salvare la vita anche perché per fortuna quelli interessati sono tutti organi esterni, (come, per esempio, la vulva, la vagina, l’ano e l’apparato boccale), che sono facilmente esplorabili sia con un esame clinico che strumentale.
(di IRMA D’ARIA)
Fonte: Pubblicazione LILT “Prevenire Insieme”

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