Dott.ssa Angelica Sagrawa – Dietista LILT Bolzano
Tra i miti sul cibo di cui mi viene chiesto più spesso, i cibi a base di soia sono i primi della lista. La soia è esaltata da alcuni come un alimento salutare, con la pretesa di domare le vampate di calore, scongiurare l’osteoporosi e proteggere dai tumori ormonali come il seno e la prostata. Allo stesso tempo, la soia è evitata da altri per paura che possa causare cancro al seno, problemi alla tiroide e demenza, sebbene queste affermazioni non siano state confermate.
Per le donne con diagnosi di tumore al seno è importante parlare con il proprio medico o con la propria dietista dell’eventuale rischio o meno legato al consumo di soia. Per questo motivo alla LILT puoi chiedere di prenotare una consulenza nutrizionale e dietetica con me, per chiarire questo e altri dubbi in merito all’alimentazione ed ai disturbi legati all’alimentazione durante lenterapie o le cure per il cancro.
I nutrienti della soia
La soia è un alimento ricco di proteine di alta qualità che costituisce una fonte di proteine salutari specialmente quando è assunta come sostituto della carne rossa e delle carni processate. A differenza di alcune proteine vegetali, la proteina della soia è considerata una proteina completa, contenente tutti e nove gli aminoacidi essenziali che l’organismo non può produrre e che devono essere ottenuti dalla dieta.
A parte il loro contenuto di proteine, gli alimenti a base di soia sono ricchi di sostanze nutritive tra cui fibre, vitamine del gruppo B, potassio, magnesio e isoflavoni.
La particolarità della soia è quella di contenere un’alta concentrazione di isoflavoni, un tipo di estrogeno vegetale (fitoestrogeni) che ha una funzione simile agli estrogeni umani ma con effetti molto più deboli. Gli isoflavoni di soia possono legarsi ai recettori degli estrogeni nel corpo e causare una debole attività estrogenica o anti-estrogenica.
Dove è l’errore nell’informazione?
Partiamo dalla premessa che finora gli studi realizzati sono stati programmati con diverse variabili, ed è per questo che è stato difficile trarre un’unica conclusione: i soggetti studiati sono stati sia umani, che animali, ma i risultati degli studi sugli animali non sono applicabili agli umani.
Ad esempio, negli studi realizzati con roditori si è trovato che gli isoflavoni di soia promuovevano la crescita del cancro al seno positivo al recettore degli estrogeni (ER+), ma i roditori metabolizzano gli estrogeni diversamente dagli umani e, facendo una equipollenza con gli umani, i livelli ematici di estrogeni nei roditori erano molto più elevati di quelli che gli esseri umani potrebbero raggiungere con un consumo regolare di alimenti a base di soia.
Oltre a ciò, il livello di ormone valutato nei soggetti coinvolti negli studi non è sempre lo stesso: nelle donne in premenopausa i livelli di estradiolo (un tipo di estrogeno) sono più alti che nelle donne in menopausa. Inoltre, i tumori sono classificati in relazione al tipo di risposta ormonale, positiva (ER+/PR+) o negativa (ER-/PR-) e i tumori rispondono in modo diverso agli estrogeni.
Eppure il tipo di soia studiata non è stata sempre la stessa: grani di soia (edamame), tofu, bevanda di soia o prodotti fermentati come il tempeh, miso oppure la polvere proteica della soia.
Per tale motivo in questo articolo ho riportato gli esiti di studi di alta qualità ed anche il parere delle istituzioni accreditate nel mondo come l’Università di Harvard e l’American Institute for Cancer Research (AICR)
Ecco cosa è stato scoperto in alcuni studi
In uno studio metanalisi, è stato concluso che nelle donne in premenopausa e post-menopausa il consumo di soia moderato può diminuire il rischio di cancro al seno. Diversi tipi di recettori per gli estrogeni sono presenti in diverse parti del corpo e l’attivazione di alcuni recettori sembra potrebbe promuovere la crescita cellulare.
Però alcuni studi suggeriscono che gli isoflavoni si legano più spesso ai recettori degli estrogeni con altri effetti, agendo potenzialmente come soppressori del tumore.
In altri studi, ma fatti su cellule isolate, si è osservato che gli isoflavoni possono “attivare” geni che rallentano la crescita delle cellule tumorali e stimolano la loro autodistruzione (il processo chiamato “apoptosi“). Questi composti possono anche supportare le difese antiossidanti del corpo e la riparazione del DNA, che aiuterebbero a proteggere il corpo dal cancro.
Invece in alcuni studi osservazionali condotti in Asia, dove i cibi a base di soia sono comunemente consumati per tutta la vita, collegano il consumo moderato di soia (da una a due porzioni al giorno di tofu, latte di soia e edamame) con un minor rischio di cancro al seno. Questo effetto protettivo è meno evidente per le donne che mangiano meno soia o che iniziano a mangiare soia più tardi nella vita. Ma, il consumo di supplementi a base di soia non è chiaro se aumenta o diminuisce il rischio.
In conclusione
Risulterebbe che il consumo di soia possa diminuire il rischio di cancro al seno e non sia controindicato per nessuno. Per cui, la soia e i prodotti derivati della soia possono essere consumati con moderazione in una dieta salutare e bilanciata.
Nel caso di diagnosi di tumore al seno è però sempre meglio parlare con la propria dietista e con il prorpio medico per sapere cosa sia meglio portare in tavola.
Se avete dubbi, domande o richieste particolari vi ricordo che potete scrive alla “Posta di Angelica” al seguente indirizzo di posta elettronica
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