Per una nuova cultura della cura
(Estratto dell’articolo del dott. Claudio Graiff – Primario emerito del reparto di oncologia medica dell’Ospedale di Bolzano)
Da ormai una decina d’anni i reparti di oncologia medica degli ospedali di Bolzano e Carrara hanno dato vita ad una straordinaria esperienza di incontro e collaborazione tra Musica e Medicina.
Tutto iniziò quando il grande musicologo fiorentino GianAndrea Lodovici (1960-2008), ammalato di tumore in fase avanzata, si rese conto che il difficile periodo della vita che stava attraversando condizionava in modo totalizzante la sua abituale dimensione spazio-temporale, costringendo proprio lui, cittadino del mondo abituato a viaggiare tra popoli e culture, a fermarsi per lunghe e ripetute frequentazioni ospedaliere e conquistando, quasi un’usurpazione, una centralità assoluta nei suoi pensieri e nelle sue azioni.
Il doversi occupare quasi esclusivamente della sua malattia aveva inevitabilmente costretto GianAndrea a rinunciare ad ogni interesse, che non fosse quello della sua sopravvivenza e dei rapporti con il personale sanitario e con i suoi familiari più vicini. Ne parlò con i medici curanti e trovò una mano tesa nella proposta che gli venne fatta di portare parte della sua attività proprio in ospedale, con l’organizzazione di un concerto presso il reparto di cui era ospite.
Da allora la musica è diventata gradualmente una presenza costante non più solamente nei reparti di oncologia di Carrara e Bolzano, ma ormai in ben venti ospedali italiani, in uno in Austria e anche in alcuni istituti per la cura dei tumori negli Stati Uniti d’America, con un gruppo di oltre 300 tra i più importanti musicisti italiani e stranieri, pronti a donare ogni anno almeno un concerto in una delle oncologie aderenti al progetto, e centinaia di concerti (di cui oltre cento solo a Bolzano) ad oggi già realizzati.
A Bolzano il progetto è decollato e si è sviluppato grazie anche all’entusiastica collaborazione fornita dal direttivo e dai volontari della LILT di Bolzano, a partire dal suo Presidente prof. Paolo Coser, e dalla signora Fabrizia Nerozzi, insieme ad altre organizzazioni e singoli.
A Bolzano la sala d’attesa del reparto di oncologia, si trasforma in Sala della Musica, intitolata a Carlotta Nobile, musicista, donatrice di musica e ammalata di tumore.
Questo tipo di format ha permesso al progetto di contribuire in maniera molto significativa a raggiungere alcuni obiettivi della “cura”, un atto che va oltre la mera “terapia”, obiettivi talvolta trascurati nelle strutture sanitarie.
I risultati di tutto questo si sono visti anche nelle misure di qualità di vita degli ammalati, attraverso il miglioramento della qualità e quantità del sonno, la riduzione di nausea e vomito, l’aumento dell’appetito, la riduzione del dolore, la riduzione dell’ansia e un migliore controllo sintomatico individuale.
Donatori di Musica è anche scienza, dato che sin dall’inizio è stato fatto con costanza un lavoro di controllo e verifica, discussione e validazione, un vero e proprio studio sistematico, con il fine di comprendere la portata reale ed il significato di quanto accade in queste occasioni, nelle quali tutti viviamo momenti molto intensi e dai quali usciamo sempre diversi, “cambiati”. I risultati sono stati pubblicati e sono stati oggetto di attenzione e di plauso da parte delle società scientifiche di ambito oncologico non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti d’America.
Certamente non basta questo per cambiare, però può essere un modo di cominciare, un simbolo, un germe di quella trasformazione che la medicina e le strutture che ne ospitano l’esercizio dovranno compiere.
Per leggere l’articolo completo del dott. Claudio Graiff clicca su questo LINK
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